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Pensioni e conseguenze negative del Covid Giovedì 17 Settembre 2020

Pensioni e conseguenze negative del Covid

Il 2020, per effetto del Coronavirus, porterà a una serie di variazioni riguardo le pensioni. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i lavoratori che accederanno alla pensione nei prossimi due anni. I lavoratori che andranno in pensione nel 2021 non riceveranno alcuna agevolazione e, anzi, subiranno un taglio del rateo mensile non solo a causa dell’emergenza Coronavirus ma anche a causa di 3 importati variabili che saranno decisamente sfavorevoli. Stiamo parlando della revisione triennale dei coefficienti, introdotta dal primo Gennaio 2021 per l’applicazione del metodo contributivo; dei periodi di inoccupazione che hanno colpito e colpiranno alcune categorie di lavoro ed infine del calo del PIL.

Il Sole24ore ha provato a calcolare come COVID-19 influirà sulle pensioni, elaborando una serie di proiezioni che considerano quello che accadrà a quattro fasce d'età diverse, 30, 40, 50 e 60 anni di età al primo gennaio del 2020. La proiezione prevede una retribuzione annua lorda di 15mila euro, ipotizzando una prima iscrizione Inps all'età di 25 anni ed un pensionamento a 67 anni con un’ultima retribuzione lorda pari a 30mila euro tenendo conto di un eventuale incremento contributivo con il passare del tempo. Calcolando una pensione (in base all'età) ,senza considerare tutti gli eventi del 2020, la cifra annua lorda sarebbe tra i 20.305 ai 23.264 euro.
Il Sole24ore ha poi riproiettato il tutto ed ipotizzato dapprima l’introduzione dei nuovi coefficienti di conversione, poi l’impatto della riduzione del Pil (prevedendo per quest’anno un suo calo del 10% e una futura crescita dell’1% l’anno secondo quanto stabilito dall’articolo 5, comma r, del D165/2015 «il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo … non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive») e infine ha determinato l’effetto di un’eventuale inoccupazione di sei mesi. I risultati dell'elaborazione fatta hanno evidenziato che l’effetto più rilevante sulla prestazione finale è determinato dalla riduzione del Pil, che comporta per i quattro lavoratori una prestazione più contenuta di circa il 114 per cento rispetto a una riduzione per il mancato versamento dei contributi, e a uno 0,5% per la revisione dei coefficienti.

Ne risulta che, sommando il calo del Pil, l’impatto di un semestre di disoccupazione e la revisione del coefficiente di trasformazione le pensioni avranno una perdita totale media del 5,5%.



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